mercoledì 30 marzo 2011

Metal, Calabria e dintorni

 Il movimento metal offre spunti di riflessione da cui non è possibile prescindere: questo perchè la nostra passione, pur vivendo ormai nella sostanziale mancanza di limiti del WEB, per noi calabresi si traduce in un costante scontro con una realtà locale estremamente chiusa al genere. Non stiamo parlando, pero', degli attacchi bigotti da parte di certuni chesuperficializzano una passione in termini di "solo rumore", "roba da ragazzini" o "cattivo esempio": ci riferiamo agli attacchi che corrodono la "scena" dal suo stesso interno.

Una realtà che vive del sudore e della passione di pochi, e che è circondata da provincialismi sempre più accentuati, da gruppetti isolati e poco propensi a comunicare, da "individualisti" sopraffatti da se stessi, da pseudo-generi che pretendono di avere più dignità di tutti gli altri, da locali e live-pub poco attenti alle band metal. E poi, come se non bastasse, da concerti locali sempre più difficili da organizzare, da persone che si lasciano trascinare dal gusto della critica sempre e comunque, da altri ancora che non perdono occasione per ripetere stancamente "tanto siamo sempre quattro gatti".  In uno scenario del genere, ammesso che sia davvero così, il discotecaro che disprezza il nostro genere, la bisnonna che ci chiede di abbassare lo stereo o la comare di paese che critica capelli lunghi e borchie, diventano paradossalmente l'ultimo dei problemi.

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