lunedì 24 ottobre 2011

Amarcord

E' cosa risaputa che non mi piacciano gli addii: li trovo il più delle volte melensi, inutili, indegni anche della vita più squallida e triste che si possa condurre sulla Terra. Chi mi conosce lo sa: gli altri magari lo ignorano, soprattutto quelli che scambiano Facebook per DeadBook (cit.) e non perdono occasione per piagnucolare, ad esempio, la (ovviamente rispettabile) morte di individui di cui poco gliene importa. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia. 

Nella foto: un metallaro che istiga al suicidio i propri fan.

Mi decido a riscrivere su queste pagine per un post finale, che possa lasciare più che altro il segno di un'esperienza unica, che ho vissuto con grande passione tra interviste a band favolose, contatti Skype con artisti grandissimi ed umili, collaborazioni di amici e conoscenti al mio programma, stesura paziente di stronzate da raccontare davanti ad un microfono, playlist a volte decise all'ultimo secondo. E poi inconvenienti tecnici, il mixer che ci lascia, il rientro della voce che non riuscivo a sentire, internet che non sempre funzionava, quella volta che rimasi chiuso fuori dallo studio, i pezzi che non partivano in tempo, i cazziatoni che mi arrivavano via chat durante la diretta (le prime volte soltanto, per fortuna). Tutti gli amici che mi seguivano e non perdevano occasione per complimentarsi e seguirmi e scrivermi in chat.

Questo non è un vero e proprio addio, sia chiaro, lo dico anche nell'ultima puntata: è un "arrivederci a tempo indefinito": perchè quel periodo lo ricordo sempre volentieri, non è stato affatto vano, e rimane scolpito nella rete, assieme ad un DVD che custodisco gelosamente. Chissà che un giorno non trovi tempo e voglia di nuovi stimoli radiofonici: nel frattempo, continuo a scrivere di metallo sulla fanzine dell'amico Francesco (SuoniDistorti), recensisco qualcosina sul mio blog (Recensionihc, ultimamente più filmacci che altro), quantomeno vi resta ugualmente qualcosa da leggere, invece che ascoltare. Ecco perchè, in fondo, non si tratta di un addio.

Un saluto insolito, quindi, perchè fatto dopo diversi mesi che il programma era sparito dalla circolazione: e mentre ringrazio tutti gli ascoltatori che mi hanno seguito nelle varie puntate, con picchi di ascolto fino a quasi 60 a sera in certi casi (per una webradio come la nostra, è un'enormità), mi sento ancora più orgoglioso di aver condotto questa "missione" fino alla fine. In contesti più grossi mi sentirei quasi come un allenatore che abbandona la squadra dopo aver vinto tutto: magari il paragone è improprio, ma alla fine credo che sia stata una Vittoria reale. E non posso fare a meno di ringraziare, in ordine rigorosamente sparso (e sicuramente dimenticherò qualcuno), tutti coloro che hanno supportato con decisione e coerenza la mia scelta editoriale, anche (e soprattutto) quando proponevo musica "improponibile" in una webradio di bravi ragazzi: per cui grazie in particolare a Vito e Meko (supporto tecnico: numeri 1), Carletto e Francesco (supporto in studio insostituibile), Carmine (senza il quale questo programma non si sarebbe evoluto come ha fatto), ed ovviamente i responsabili tutti, tra cui Angelo, Sergio e Santino. Oltre che, ovviamente, tutte le band che hanno partecipato a "Il regno di Metallonia": sapete chi siete!